Un impianto di depurazione o un acquario sono fondamentali per la conservazione di pesci, molluschi e crostacei, ma ci sono aspetti legati alla qualità dell’acqua utilizzata che non possono essere trascurati.
In particolare, e non è un dettaglio da poco, l’acqua utilizzata nell’acquario (e nell’impianto in generale) deve essere quanto più simile possibile (a livello chimico) a quella dell’ambiente naturale in cui vive il prodotto trattato.
Acqua salata? Si. Ma non solo!
Il senso comune porta a pensare che la salinità dell’acqua di mare sia legata, unicamente, alla presenza del cloruro di sodio e non è raro riscontrare l’utilizzo, negli acquari in cui vengono ospitati molluschi e crostacei prima del consumo, del normale sale da cucina (il salgemma, che è prevalentemente costituito da cloruro di sodio).
L’acqua marina naturale, invece, contiene poco meno di 60 sali minerali (per la precisione, 57) che vengono tipicamente suddivisi in macro elementi (che costituiscono, cioè, la parte prevalente dei Sali presenti) e micro elementi.
I principali macroelementi (cloro, sodio, magnesio, zolfo e calcio) costituiscono oltre il 99% dei Sali presenti, ma anche i micro elementi (presenti per poco più del 0,5% totale) giocano un ruolo fondamentale nei processi vitali delle creature marine.
La concentrazione di magnesio, stronzio e potassio (citandone alcuni) può determinare – ove non corretta – problemi per il prodotto conservato.
Il sale da cucina, da solo, non basta. Anzi, è dannoso
In definitiva, nella soluzione salina utilizzata negli impianti, l’utilizzo del solo sale da cucina non solo è insufficiente, ma causa la morte del prodotto.
È per questo che sono stati sviluppati prodotti ad hoc, dei veri e propri sali sintetici per acquari, destinati all’utilizzo professionale che contengono tutti gli elementi necessari (nelle giuste proporzioni) e consentono una corretta conservazione del prodotto ittico.
Il sale da cucina è decisamente più economico, ma è un risparmio del tutto apparente ed effimero che rischia di tradursi in problemi ben più gravi. Siete ancora convinti che conviene utilizzarlo?
Una scorta di sale sintetico non deve mancare. Mai
Se, nella gestione di una attività, vedono essere utilizzati impianti per il trattamento o esposizione di prodotti ittici, una scorta di sale sintetico non deve mancare mai.
Il motivo? Come già accennato in precedenza, il livello di salinità dell’acqua – se non adeguatamente tenuto sotto controllo – può causare, per esempio, il suo inquinamento o un cambio di colore improvviso che richiede un cambio parziale o totale dell’acqua stessa.
Se questo accade, l’impianto (ma soprattutto le vendite) deve essere fermato per le operazioni di manutenzione del caso. E se non hai una scorta di sale adeguata e devi perdere tempo per ordinarlo e riceverlo, il rischio che la perdita economica sia davvero elevata, è concreto.
Meglio prevenire tale rischio!
Il nostro consiglio è di non salare l’acqua a caso, ma di portare l’acqua ad un grado di salinità preciso (un esempio: per gli astici canadesi il valore ideale è di 1024-1025 S.G) e di misurarla con il densimetro (disponibile nel nostro Tecno Store).
Questo controllo andrebbe effettuato ogni volta che viene inserito prodotto ittico in vasca.
Se la salinità non rientra nei parametri indicati e corretti, va aggiustata con l’aggiunta di acqua dolce oppure acqua e sale sintetico. Una volta aggiunta acqua e sale sintetico marino, è bene attendere circa 30 minuti prima della nuova misura, per permettere al sale di sciogliersi completamente ed avere una misurazione della salinità corretta.
Si tratta di operazioni semplici, che richiedono poco tempo e che evitano diversi fastidi. Si tratta, solo, di sapere cosa fare (nel caso, il nostro staff è disposizione per i consigli del caso) e quando farlo!